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Ultimo giorno a Vinitaly. Nuove conoscenze e tanti sapori e profumi da ricordare. Questi sono i miei ricordi personali di un’edizione di Vinitaly che ho vissuto all’insegna dei vini sardi.

L’evento di degustazione della Vernaccia di Oristano è stato organizzato (come diversi altri) dalla Regione Sardegna, ed è stato presentato da Giuseppe Carrus (Vini buoni ‘Italia del Gambero Rosso) e da Pier Paolo Fiori (AIS Sassari). La degustazione ha conquistato i presenti, non solo per la magia emanata della Vernaccia, ma anche per i racconti e le perle di saggezza che ci hanno regalato i presentatori.

Durante il tasting ho imparato che la Vernaccia, così bionda e seducente, è anche una ribelle, una ‘sregolata’, come l’ha chiamato Giuseppe Carrus. È un vino che non vuole mai seguire i canoni e le regole abituali, ma preferisce le cantine molto calde e trova nell’umidità una grande amica. Addirittura, trova nell’ossido un elemento di arricchimento. Si tratta sempre di un prodotto difficile, ma oggi alcuni produttori stanno lavorando per farla risplendere nel mondo, nonostante i suoi capricci.

Tornata in ufficio, condivido con voi le note che ho preso durante la degustazione. L’ordine dei vini è quello dell’assaggio proposto dagli organizzatori.

Karesia 2011 di Davide Orro

Dopo un incantevole colore giallo dorato, sono i profumi a colpire. Questa Vernaccia, che viene affinata in botti di ciliegio, racconta sia questo legno (e un po’ anche il suo frutto) sia le erbe di Sardegna. All’assaggio, ogni sorso trasmette la gioventù relativa del vino: rimane sempre fresca, con evidenti note balsamiche. Il connubio di alcol e acidità, insieme a una buona salinità, invitano a proseguire con piacere la degustazione.

Jughissa Vernaccia di Oristano Riserva 2008

Anche per questo riserva sono catturata subito dai profumi e dal colore intenso. Una complessità olfattiva fatta di frutta secca, mandorla e ciliegia si armonizza con un ricordo di scorza di arancia. In bocca la componente alcolica quasi sparisce, lasciando il ricordo di un’aromaticità persistente.

Vernaccia di Oristano 2003 di Fratelli Serra

Il color dorato ambrato seducente si fa notare subito mentre brilla nel bicchiere. I profumi di arancia candita si accompagnano a foglie secche, muschio e note balsamiche. In bocca il sentore balsamico si ripropone quasi mentolato, e regala un ricordo di mandorla.

Vernaccia di Oristano 2006 di Atzori

Il giallo dorato brilla, invitando ad avvicinare il naso al bicchiere. La gioventù marcata emerge chiara a livello olfattivo, insieme a un tocco floreale e secco, che ricorda la macchia mediterranea, la margherita e la camomilla. L’acidità pulisce la bocca, lasciandola fresca. Un gusto intenso e persistente, che si caratterizza per la morbidezza e l’equilibrio.

Vernaccia Riserva 2003 di Silvio Carta

Il suo colore ambrato ci rivela la complessità e la carica aromatica che si ritrovano al naso. Anche in questa Vernaccia il sentore di frutto di mandorla ci solletica i sensi insieme a un profumo di miele di castagno. In bocca il sapore morbido, dolce e armonioso dona anche una freschezza che invita a un nuovo sorso.

Vernaccia di Oristano Riserva 1991 di Contini

“Sembra sospesa nel tempo,” è la frase di uno dei relatori. Questa citazione riassume bene l’idea di un ritorno alla frutta viva e ai fiori, ma anche all’erba di Sardegna e ai frutti secchi, in un viaggio attraverso le stagioni. Un tannino che si fa sentire in maniera elegante e avvolgente si armonizza anche in questo caso con l’acidità evidente, che regala freschezza alla bocca.

Vi confesso che, in seguito a questa degustazione, mi sono promessa di organizzare al più presto un tour dai produttori di Vernaccia . Vi aggiornerò dunque sulle prossime scoperte e degustazioni.

Ultimo giorno a Vinitaly. Nuove conoscenze e tanti sapori e profumi da ricordare. Questi sono i miei ricordi personali di un’edizione di Vinitaly che ho vissuto all’insegna dei vini sardi.

L’evento di degustazione della Vernaccia di Oristano è stato organizzato (come diversi altri) dalla Regione Sardegna, ed è stato presentato da Giuseppe Carrus (Vini buoni ‘Italia del Gambero Rosso) e da Pier Paolo Fiori (AIS Sassari). La degustazione ha conquistato i presenti, non solo per la magia emanata della Vernaccia, ma anche per i racconti e le perle di saggezza che ci hanno regalato i presentatori.

Durante il tasting ho imparato che la Vernaccia, così bionda e seducente, è anche una ribelle, una ‘sregolata’, come l’ha chiamato Giuseppe Carrus. È un vino che non vuole mai seguire i canoni e le regole abituali, ma preferisce le cantine molto calde e trova nell’umidità una grande amica. Addirittura, trova nell’ossido un elemento di arricchimento. Si tratta sempre di un prodotto difficile, ma oggi alcuni produttori stanno lavorando per farla risplendere nel mondo, nonostante i suoi capricci.

Tornata in ufficio, condivido con voi le note che ho preso durante la degustazione. L’ordine dei vini è quello dell’assaggio proposto dagli organizzatori.

Karesia 2011 di Davide Orro

Dopo un incantevole colore giallo dorato, sono i profumi a colpire. Questa Vernaccia, che viene affinata in botti di ciliegio, racconta sia questo legno (e un po’ anche il suo frutto) sia le erbe di Sardegna. All’assaggio, ogni sorso trasmette la gioventù relativa del vino: rimane sempre fresca, con evidenti note balsamiche. Il connubio di alcol e acidità, insieme a una buona salinità, invitano a proseguire con piacere la degustazione.

Jughissa Vernaccia di Oristano Riserva 2008

Anche per questo riserva sono catturata subito dai profumi e dal colore intenso. Una complessità olfattiva fatta di frutta secca, mandorla e ciliegia si armonizza con un ricordo di scorza di arancia. In bocca la componente alcolica quasi sparisce, lasciando il ricordo di un’aromaticità persistente.

Vernaccia di Oristano 2003 di Fratelli Serra

Il color dorato ambrato seducente si fa notare subito mentre brilla nel bicchiere. I profumi di arancia candita si accompagnano a foglie secche, muschio e note balsamiche. In bocca il sentore balsamico si ripropone quasi mentolato, e regala un ricordo di mandorla.

Vernaccia di Oristano 2006 di Atzori

Il giallo dorato brilla, invitando ad avvicinare il naso al bicchiere. La gioventù marcata emerge chiara a livello olfattivo, insieme a un tocco floreale e secco, che ricorda la macchia mediterranea, la margherita e la camomilla. L’acidità pulisce la bocca, lasciandola fresca. Un gusto intenso e persistente, che si caratterizza per la morbidezza e l’equilibrio.

Vernaccia Riserva 2003 di Silvio Carta

Il suo colore ambrato ci rivela la complessità e la carica aromatica che si ritrovano al naso. Anche in questa Vernaccia il sentore di frutto di mandorla ci solletica i sensi insieme a un profumo di miele di castagno. In bocca il sapore morbido, dolce e armonioso dona anche una freschezza che invita a un nuovo sorso.

Vernaccia di Oristano Riserva 1991 di Contini

“Sembra sospesa nel tempo,” è la frase di uno dei relatori. Questa citazione riassume bene l’idea di un ritorno alla frutta viva e ai fiori, ma anche all’erba di Sardegna e ai frutti secchi, in un viaggio attraverso le stagioni. Un tannino che si fa sentire in maniera elegante e avvolgente si armonizza anche in questo caso con l’acidità evidente, che regala freschezza alla bocca.

Vi confesso che, in seguito a questa degustazione, mi sono promessa di organizzare al più presto un tour dai produttori di Vernaccia . Vi aggiornerò dunque sulle prossime scoperte e degustazioni.

Ultimo giorno a Vinitaly. Nuove conoscenze e tanti sapori e profumi da ricordare. Questi sono i miei ricordi personali di un’edizione di Vinitaly che ho vissuto all’insegna dei vini sardi.

L’evento di degustazione della Vernaccia di Oristano è stato organizzato (come diversi altri) dalla Regione Sardegna, ed è stato presentato da Giuseppe Carrus (Vini buoni ‘Italia del Gambero Rosso) e da Pier Paolo Fiori (AIS Sassari). La degustazione ha conquistato i presenti, non solo per la magia emanata della Vernaccia, ma anche per i racconti e le perle di saggezza che ci hanno regalato i presentatori.

Durante il tasting ho imparato che la Vernaccia, così bionda e seducente, è anche una ribelle, una ‘sregolata’, come l’ha chiamato Giuseppe Carrus. È un vino che non vuole mai seguire i canoni e le regole abituali, ma preferisce le cantine molto calde e trova nell’umidità una grande amica. Addirittura, trova nell’ossido un elemento di arricchimento. Si tratta sempre di un prodotto difficile, ma oggi alcuni produttori stanno lavorando per farla risplendere nel mondo, nonostante i suoi capricci.

Tornata in ufficio, condivido con voi le note che ho preso durante la degustazione. L’ordine dei vini è quello dell’assaggio proposto dagli organizzatori.

Karesia 2011 di Davide Orro

Dopo un incantevole colore giallo dorato, sono i profumi a colpire. Questa Vernaccia, che viene affinata in botti di ciliegio, racconta sia questo legno (e un po’ anche il suo frutto) sia le erbe di Sardegna. All’assaggio, ogni sorso trasmette la gioventù relativa del vino: rimane sempre fresca, con evidenti note balsamiche. Il connubio di alcol e acidità, insieme a una buona salinità, invitano a proseguire con piacere la degustazione.

Jughissa Vernaccia di Oristano Riserva 2008

Anche per questo riserva sono catturata subito dai profumi e dal colore intenso. Una complessità olfattiva fatta di frutta secca, mandorla e ciliegia si armonizza con un ricordo di scorza di arancia. In bocca la componente alcolica quasi sparisce, lasciando il ricordo di un’aromaticità persistente.

Vernaccia di Oristano 2003 di Fratelli Serra

Il color dorato ambrato seducente si fa notare subito mentre brilla nel bicchiere. I profumi di arancia candita si accompagnano a foglie secche, muschio e note balsamiche. In bocca il sentore balsamico si ripropone quasi mentolato, e regala un ricordo di mandorla.

Vernaccia di Oristano 2006 di Atzori

Il giallo dorato brilla, invitando ad avvicinare il naso al bicchiere. La gioventù marcata emerge chiara a livello olfattivo, insieme a un tocco floreale e secco, che ricorda la macchia mediterranea, la margherita e la camomilla. L’acidità pulisce la bocca, lasciandola fresca. Un gusto intenso e persistente, che si caratterizza per la morbidezza e l’equilibrio.

Vernaccia Riserva 2003 di Silvio Carta

Il suo colore ambrato ci rivela la complessità e la carica aromatica che si ritrovano al naso. Anche in questa Vernaccia il sentore di frutto di mandorla ci solletica i sensi insieme a un profumo di miele di castagno. In bocca il sapore morbido, dolce e armonioso dona anche una freschezza che invita a un nuovo sorso.

Vernaccia di Oristano Riserva 1991 di Contini

“Sembra sospesa nel tempo,” è la frase di uno dei relatori. Questa citazione riassume bene l’idea di un ritorno alla frutta viva e ai fiori, ma anche all’erba di Sardegna e ai frutti secchi, in un viaggio attraverso le stagioni. Un tannino che si fa sentire in maniera elegante e avvolgente si armonizza anche in questo caso con l’acidità evidente, che regala freschezza alla bocca.

Vi confesso che, in seguito a questa degustazione, mi sono promessa di organizzare al più presto un tour dai produttori di Vernaccia . Vi aggiornerò dunque sulle prossime scoperte e degustazioni.