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Mi fa molto piacere condividere con voi le mie note sul Thurcalesu 2014 Cannonau di Sardegna DOC di Cantina Berritta, perché più che una degustazione la mia esperienza è stato una bella occasione per conoscere i produttori e comprendere meglio il territorio d’origine di questo vino. Siamo stati ricevuti da Antonio Fronteddu e da suo figlio Francesco alle 11,30 circa, e ci siamo salutati che erano ormai quasi le 17,00. Evidentemente avevamo tante cose da raccontarci!

In effetti il tempo è volato via tra spiegazioni tecniche, degustazioni, e chiacchiere su famiglia, lavoro e sogni divenuti realtà. Abbiamo potuto assaggiare tutti i vini della cantina, prodotti eleganti e molto rappresentativi del territorio, ma ho scelto di raccontarvi il Thurcalesu perché già dal suo nome, che in sardo vuol dire semplicemente ‘di Dorgali’, mi ha trasmesso un abbraccio famigliare nelle sue sfumature, negli aromi e nei sapori.

In compagnia di Antonio e Francesco ho assaggiato due volte questo Cannonau di Sardegna DOC: prima con degli stuzzichini e poi, durante il nostro pranzo, accompagnato da un piatto a base di pesce e da formaggi dorgalesi ottimi. Qualche giorno dopo, a casa, ho fatto un altra degustazione in compagnia del pane carasau. Anche in questo caso il Thurcalesu mi ha confermato le sensazioni positive del primo incontro, e in più mi ha regalato qualche nuova sorpresa.

Il Cannonau è un vitigno che personalmente amo molto, in ogni suo espressione. Come è stato ripetutamente confermato negli anni da analisi genetiche, il Cannonau è una variante sarda della Garnacha, un’uva che Hugh Johnson e Jancis Robinson (esperti celebri e autori di libri autorevoli sul mondo del vino) hanno definito ‘camaleontica’ e dalle alte potenzialità qualitive, che può dare vini dolci o secchi, rossi o rosati.

Durante il Settecento, la Garnacha si diffuse dalla Spagna in Francia, dove fu chiamata Grenache, e poi in Italia, dove prese nomi diversi, come Tocai Rosso a Vicenza o Gamay del Trasimeno a Perugia. Sembra invece che all’epoca il Cannonau fosse già coltivato in Sardegna da diversi secoli, o forse addirittura da alcuni millenni. Le campagne di Dorgali, e in particolare la valle di Oddoene in cui si trovano i vigneti di Berritta, sono fra le più vocate per la coltivazione di quest’uva.

Le uve di Cannonau per il Thurcalesu provengono dalla vigna più vecchia di Cantina Berritta. Dopo la pigiatura e la pressatura, le uve sono disposte in tini di legno, dove parte la fermentazione, lasciando il mosto a contatto con le bucce per circa 12 giorni. L’affinamento avviene prima in barrique e poi in contenitori di acciaio inox, in cui avviene la fermentazione malolattica*.

*La fermentazione malolattica è un evento fermentativo caratteristico che porta il vino a maturazione, successivo alla fermentazione alcolica. I batteri lattici a causa del rialzo termico che solitamente si viene a creare in primavera (18-20 °C) innescano la fermentazione malolattica nel vino. Nella fermentazione malolattica, l’acido malico, presente nell’uva, viene trasformato in acido lattico e anidride carbonica. (fonte: Wikipedia)

Note degustative Thurcalesu Cannonau

Osservando il Thurcalesu nel bicchiere scopro un colore rosso rubino intenso. Al naso, un profumo di frutti rossi, lampone e more; e poi spezie che, unendosi a sentori di rosa, lasciano trasparire subito il carattere elegante di questo Cannonau. Assaggiandolo, scopro un giusto equilibrio tra i tannini, evidenti ma fini, e l’alcolicità importante (15°). L’eleganza promessa al naso si ritrova intatta in bocca, insieme a un piacevole retrogusto leggermente minerale.

Dopo aver scritto le mie note, continuo ad assaggiare il vino, accompagnandolo con Pecorino di Dorgali mediamente stagionato, pane carasau e salsiccia sarda. Il Thurcalesu è un vino che conquista subito, e che invita a radunare subito gli amici per una piacevole serata conviviale; ma, se riuscite a resistere, non fareste affatto male a lasciarlo affinare in cantina per un qualche anno.

Mi fa molto piacere condividere con voi le mie note sul Thurcalesu 2014 Cannonau di Sardegna DOC di Cantina Berritta, perché più che una degustazione la mia esperienza è stato una bella occasione per conoscere i produttori e comprendere meglio il territorio d’origine di questo vino. Siamo stati ricevuti da Antonio Fronteddu e da suo figlio Francesco alle 11,30 circa, e ci siamo salutati che erano ormai quasi le 17,00. Evidentemente avevamo tante cose da raccontarci!

In effetti il tempo è volato via tra spiegazioni tecniche, degustazioni, e chiacchiere su famiglia, lavoro e sogni divenuti realtà. Abbiamo potuto assaggiare tutti i vini della cantina, prodotti eleganti e molto rappresentativi del territorio, ma ho scelto di raccontarvi il Thurcalesu perché già dal suo nome, che in sardo vuol dire semplicemente ‘di Dorgali’, mi ha trasmesso un abbraccio famigliare nelle sue sfumature, negli aromi e nei sapori.

In compagnia di Antonio e Francesco ho assaggiato due volte questo Cannonau di Sardegna DOC: prima con degli stuzzichini e poi, durante il nostro pranzo, accompagnato da un piatto a base di pesce e da formaggi dorgalesi ottimi. Qualche giorno dopo, a casa, ho fatto un altra degustazione in compagnia del pane carasau. Anche in questo caso il Thurcalesu mi ha confermato le sensazioni positive del primo incontro, e in più mi ha regalato qualche nuova sorpresa.

Il Cannonau è un vitigno che personalmente amo molto, in ogni suo espressione. Come è stato ripetutamente confermato negli anni da analisi genetiche, il Cannonau è una variante sarda della Garnacha, un’uva che Hugh Johnson e Jancis Robinson (esperti celebri e autori di libri autorevoli sul mondo del vino) hanno definito ‘camaleontica’ e dalle alte potenzialità qualitive, che può dare vini dolci o secchi, rossi o rosati.

Durante il Settecento, la Garnacha si diffuse dalla Spagna in Francia, dove fu chiamata Grenache, e poi in Italia, dove prese nomi diversi, come Tocai Rosso a Vicenza o Gamay del Trasimeno a Perugia. Sembra invece che all’epoca il Cannonau fosse già coltivato in Sardegna da diversi secoli, o forse addirittura da alcuni millenni. Le campagne di Dorgali, e in particolare la valle di Oddoene in cui si trovano i vigneti di Berritta, sono fra le più vocate per la coltivazione di quest’uva.

Le uve di Cannonau per il Thurcalesu provengono dalla vigna più vecchia di Cantina Berritta. Dopo la pigiatura e la pressatura, le uve sono disposte in tini di legno, dove parte la fermentazione, lasciando il mosto a contatto con le bucce per circa 12 giorni. L’affinamento avviene prima in barrique e poi in contenitori di acciaio inox, in cui avviene la fermentazione malolattica*.

*La fermentazione malolattica è un evento fermentativo caratteristico che porta il vino a maturazione, successivo alla fermentazione alcolica. I batteri lattici a causa del rialzo termico che solitamente si viene a creare in primavera (18-20 °C) innescano la fermentazione malolattica nel vino. Nella fermentazione malolattica, l’acido malico, presente nell’uva, viene trasformato in acido lattico e anidride carbonica. (fonte: Wikipedia)

Note degustative Thurcalesu Cannonau

Osservando il Thurcalesu nel bicchiere scopro un colore rosso rubino intenso. Al naso, un profumo di frutti rossi, lampone e more; e poi spezie che, unendosi a sentori di rosa, lasciano trasparire subito il carattere elegante di questo Cannonau. Assaggiandolo, scopro un giusto equilibrio tra i tannini, evidenti ma fini, e l’alcolicità importante (15°). L’eleganza promessa al naso si ritrova intatta in bocca, insieme a un piacevole retrogusto leggermente minerale.

Dopo aver scritto le mie note, continuo ad assaggiare il vino, accompagnandolo con Pecorino di Dorgali mediamente stagionato, pane carasau e salsiccia sarda. Il Thurcalesu è un vino che conquista subito, e che invita a radunare subito gli amici per una piacevole serata conviviale; ma, se riuscite a resistere, non fareste affatto male a lasciarlo affinare in cantina per un qualche anno.

Mi fa molto piacere condividere con voi le mie note sul Thurcalesu 2014 Cannonau di Sardegna DOC di Cantina Berritta, perché più che una degustazione la mia esperienza è stato una bella occasione per conoscere i produttori e comprendere meglio il territorio d’origine di questo vino. Siamo stati ricevuti da Antonio Fronteddu e da suo figlio Francesco alle 11,30 circa, e ci siamo salutati che erano ormai quasi le 17,00. Evidentemente avevamo tante cose da raccontarci!

In effetti il tempo è volato via tra spiegazioni tecniche, degustazioni, e chiacchiere su famiglia, lavoro e sogni divenuti realtà. Abbiamo potuto assaggiare tutti i vini della cantina, prodotti eleganti e molto rappresentativi del territorio, ma ho scelto di raccontarvi il Thurcalesu perché già dal suo nome, che in sardo vuol dire semplicemente ‘di Dorgali’, mi ha trasmesso un abbraccio famigliare nelle sue sfumature, negli aromi e nei sapori.

In compagnia di Antonio e Francesco ho assaggiato due volte questo Cannonau di Sardegna DOC: prima con degli stuzzichini e poi, durante il nostro pranzo, accompagnato da un piatto a base di pesce e da formaggi dorgalesi ottimi. Qualche giorno dopo, a casa, ho fatto un altra degustazione in compagnia del pane carasau. Anche in questo caso il Thurcalesu mi ha confermato le sensazioni positive del primo incontro, e in più mi ha regalato qualche nuova sorpresa.

Il Cannonau è un vitigno che personalmente amo molto, in ogni suo espressione. Come è stato ripetutamente confermato negli anni da analisi genetiche, il Cannonau è una variante sarda della Garnacha, un’uva che Hugh Johnson e Jancis Robinson (esperti celebri e autori di libri autorevoli sul mondo del vino) hanno definito ‘camaleontica’ e dalle alte potenzialità qualitive, che può dare vini dolci o secchi, rossi o rosati.

Durante il Settecento, la Garnacha si diffuse dalla Spagna in Francia, dove fu chiamata Grenache, e poi in Italia, dove prese nomi diversi, come Tocai Rosso a Vicenza o Gamay del Trasimeno a Perugia. Sembra invece che all’epoca il Cannonau fosse già coltivato in Sardegna da diversi secoli, o forse addirittura da alcuni millenni. Le campagne di Dorgali, e in particolare la valle di Oddoene in cui si trovano i vigneti di Berritta, sono fra le più vocate per la coltivazione di quest’uva.

Le uve di Cannonau per il Thurcalesu provengono dalla vigna più vecchia di Cantina Berritta. Dopo la pigiatura e la pressatura, le uve sono disposte in tini di legno, dove parte la fermentazione, lasciando il mosto a contatto con le bucce per circa 12 giorni. L’affinamento avviene prima in barrique e poi in contenitori di acciaio inox, in cui avviene la fermentazione malolattica*.

*La fermentazione malolattica è un evento fermentativo caratteristico che porta il vino a maturazione, successivo alla fermentazione alcolica. I batteri lattici a causa del rialzo termico che solitamente si viene a creare in primavera (18-20 °C) innescano la fermentazione malolattica nel vino. Nella fermentazione malolattica, l’acido malico, presente nell’uva, viene trasformato in acido lattico e anidride carbonica. (fonte: Wikipedia)

Note degustative Thurcalesu Cannonau

Osservando il Thurcalesu nel bicchiere scopro un colore rosso rubino intenso. Al naso, un profumo di frutti rossi, lampone e more; e poi spezie che, unendosi a sentori di rosa, lasciano trasparire subito il carattere elegante di questo Cannonau. Assaggiandolo, scopro un giusto equilibrio tra i tannini, evidenti ma fini, e l’alcolicità importante (15°). L’eleganza promessa al naso si ritrova intatta in bocca, insieme a un piacevole retrogusto leggermente minerale.

Dopo aver scritto le mie note, continuo ad assaggiare il vino, accompagnandolo con Pecorino di Dorgali mediamente stagionato, pane carasau e salsiccia sarda. Il Thurcalesu è un vino che conquista subito, e che invita a radunare subito gli amici per una piacevole serata conviviale; ma, se riuscite a resistere, non fareste affatto male a lasciarlo affinare in cantina per un qualche anno.