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Parma, Capitale dei buongustai

Se pensiamo a Parma, che cosa ci viene in mente? Associamo subito questa provincia emiliana alle sue prelibatezze, e ci aspettiamo che i suoi abitanti siano essi stessi dei buongustai. In effetti, anche il Maestro Verdi non scappava alla seduzione dei piatti tipici, ed era un amante della buona cucina in generale.

Esigente perfino nel tipo di olio di oliva extra vergine, che usava in crudo in cucina, preferendo un olio “più ordinario”, ma sempre di ottima qualità, per friggere. Addirittura, quando, in età matura, viaggiava spesso anche all’estero, si faceva inviare tutto l’occorrente per garantirsi una cucina eccelsa anche fuori dall’Italia.

Il suo fornitore prediletto e amico era il Sig. Melani, l’albergatore che ogni estate ospitava Verdi e la Strepponi a Montecatini. Ed è così che tutto quel ben di Dio che Giuseppe tanto apprezzava a volte gli giocava brutti scherzi; infatti, alcune provviste, come le boccette d’olio o le bottiglie di vino, sparivano dalle confezioni preparate e spedite via corriere dal Melani. Il Maestro, che si occupava personalmente della loro contabilità e gestione, si lamentava per lettera con il suo amico, pur continuando a ordinare da lui, vista l’assoluta qualità delle merci.

Se immaginiamo di fare insieme un giro nella stanza delle provviste di Villa Sant’Agata troviamo una quantità di prelibatezze. Innanzitutto una bella spalla di maiale, accanto a due faraone e, giusto dietro, appeso, un prosciutto di maiale ricoperto di sale; poi delle mele rosse, brillanti e perfette, vicino ai limoni fragranti e colorati; le damigiane di olio d’oliva che custodiscono anche le boccette di aceto, e i contenitori per le spezie. E poi il riso, “quello buono”, e la farina – tanta farina -, per fare il pane e la pasta, sia per la famiglia sia per le persone che lavoravano in Villa.

Uno dei piatti preferiti da Verdi era la spalletta di maiale, i cui migliori segreti e consigli per farla venire una delizia dopo lunghe ore di preparazione il Maestro condivideva a cena con amici e ospiti. E di ospiti ne aveva tanti, anche perché anche a Giuseppina piaceva ricevere amici. Amava sorprenderli con una tavola ricca e invitante, dall’aperitivo fino ai golosi dolci, che tanto piacevano anche al Maestro, e all’adorato caffè, risultato di una miscela speciale. Le parole d’ordine per partecipare alle cene dei Verdi erano semplici: puntualità e tanto appetito!

L’occasione della cena era diventata così importante per questa coppia raffinata ed elegante, che, anche quando capitava che cenavano da soli, non mancavano mai di considerarsi ospiti di sé stessi, e si vestivano adeguatamente per l’occasione!

Parma, Capitale dei buongustai

Se pensiamo a Parma, che cosa ci viene in mente? Associamo subito questa provincia emiliana alle sue prelibatezze, e ci aspettiamo che i suoi abitanti siano essi stessi dei buongustai. In effetti, anche il Maestro Verdi non scappava alla seduzione dei piatti tipici, ed era un amante della buona cucina in generale.

Esigente perfino nel tipo di olio di oliva extra vergine, che usava in crudo in cucina, preferendo un olio “più ordinario”, ma sempre di ottima qualità, per friggere. Addirittura, quando, in età matura, viaggiava spesso anche all’estero, si faceva inviare tutto l’occorrente per garantirsi una cucina eccelsa anche fuori dall’Italia.

Il suo fornitore prediletto e amico era il Sig. Melani, l’albergatore che ogni estate ospitava Verdi e la Strepponi a Montecatini. Ed è così che tutto quel ben di Dio che Giuseppe tanto apprezzava a volte gli giocava brutti scherzi; infatti, alcune provviste, come le boccette d’olio o le bottiglie di vino, sparivano dalle confezioni preparate e spedite via corriere dal Melani. Il Maestro, che si occupava personalmente della loro contabilità e gestione, si lamentava per lettera con il suo amico, pur continuando a ordinare da lui, vista l’assoluta qualità delle merci.

Se immaginiamo di fare insieme un giro nella stanza delle provviste di Villa Sant’Agata troviamo una quantità di prelibatezze. Innanzitutto una bella spalla di maiale, accanto a due faraone e, giusto dietro, appeso, un prosciutto di maiale ricoperto di sale; poi delle mele rosse, brillanti e perfette, vicino ai limoni fragranti e colorati; le damigiane di olio d’oliva che custodiscono anche le boccette di aceto, e i contenitori per le spezie. E poi il riso, “quello buono”, e la farina – tanta farina -, per fare il pane e la pasta, sia per la famiglia sia per le persone che lavoravano in Villa.

Uno dei piatti preferiti da Verdi era la spalletta di maiale, i cui migliori segreti e consigli per farla venire una delizia dopo lunghe ore di preparazione il Maestro condivideva a cena con amici e ospiti. E di ospiti ne aveva tanti, anche perché anche a Giuseppina piaceva ricevere amici. Amava sorprenderli con una tavola ricca e invitante, dall’aperitivo fino ai golosi dolci, che tanto piacevano anche al Maestro, e all’adorato caffè, risultato di una miscela speciale. Le parole d’ordine per partecipare alle cene dei Verdi erano semplici: puntualità e tanto appetito!

L’occasione della cena era diventata così importante per questa coppia raffinata ed elegante, che, anche quando capitava che cenavano da soli, non mancavano mai di considerarsi ospiti di sé stessi, e si vestivano adeguatamente per l’occasione!

Parma, Capitale dei buongustai

Se pensiamo a Parma, che cosa ci viene in mente? Associamo subito questa provincia emiliana alle sue prelibatezze, e ci aspettiamo che i suoi abitanti siano essi stessi dei buongustai. In effetti, anche il Maestro Verdi non scappava alla seduzione dei piatti tipici, ed era un amante della buona cucina in generale.

Esigente perfino nel tipo di olio di oliva extra vergine, che usava in crudo in cucina, preferendo un olio “più ordinario”, ma sempre di ottima qualità, per friggere. Addirittura, quando, in età matura, viaggiava spesso anche all’estero, si faceva inviare tutto l’occorrente per garantirsi una cucina eccelsa anche fuori dall’Italia.

Il suo fornitore prediletto e amico era il Sig. Melani, l’albergatore che ogni estate ospitava Verdi e la Strepponi a Montecatini. Ed è così che tutto quel ben di Dio che Giuseppe tanto apprezzava a volte gli giocava brutti scherzi; infatti, alcune provviste, come le boccette d’olio o le bottiglie di vino, sparivano dalle confezioni preparate e spedite via corriere dal Melani. Il Maestro, che si occupava personalmente della loro contabilità e gestione, si lamentava per lettera con il suo amico, pur continuando a ordinare da lui, vista l’assoluta qualità delle merci.

Se immaginiamo di fare insieme un giro nella stanza delle provviste di Villa Sant’Agata troviamo una quantità di prelibatezze. Innanzitutto una bella spalla di maiale, accanto a due faraone e, giusto dietro, appeso, un prosciutto di maiale ricoperto di sale; poi delle mele rosse, brillanti e perfette, vicino ai limoni fragranti e colorati; le damigiane di olio d’oliva che custodiscono anche le boccette di aceto, e i contenitori per le spezie. E poi il riso, “quello buono”, e la farina – tanta farina -, per fare il pane e la pasta, sia per la famiglia sia per le persone che lavoravano in Villa.

Uno dei piatti preferiti da Verdi era la spalletta di maiale, i cui migliori segreti e consigli per farla venire una delizia dopo lunghe ore di preparazione il Maestro condivideva a cena con amici e ospiti. E di ospiti ne aveva tanti, anche perché anche a Giuseppina piaceva ricevere amici. Amava sorprenderli con una tavola ricca e invitante, dall’aperitivo fino ai golosi dolci, che tanto piacevano anche al Maestro, e all’adorato caffè, risultato di una miscela speciale. Le parole d’ordine per partecipare alle cene dei Verdi erano semplici: puntualità e tanto appetito!

L’occasione della cena era diventata così importante per questa coppia raffinata ed elegante, che, anche quando capitava che cenavano da soli, non mancavano mai di considerarsi ospiti di sé stessi, e si vestivano adeguatamente per l’occasione!