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Metti insieme una bel pomeriggio di primavera a Ferrara, un gruppo di produttrici di vino e i loro racconti di vita. Il risultato è Vite di Donne, un evento creato dalla Associazione Culturale PIV, nel quale un gruppo di vignaiole e vinificatrici italiane si sono raccontate attraverso storie di vita, fotografie, opere d’arte e vini.

Ecco i nomi delle partecipanti e dei brand: Giovanna Maccario (Maccario Dringenberg); Eleonora Barale (Fratelli Barale); Bruna Ferro (Carussin); Matilde Poggi (Le Fraghe); Silvia Casali (Tenuta Casali); Marianna Annio (Agricole Pietraventosa); Cecilia Naldoni (Grifalco); Carolina Gatti (Gatti); Susanna Grassi (I Fabbri); Giovanna Tantini (Tantini); Donatella Agostoni (Manaresi); Chiara Barioffi (Le Casalte); Anna Muzzolini (Vini Grillo).

L’evento, in forma di tavola rotonda all’aperto, ci ha permesso di scoprire tanti particolari delle vite di queste produttrici, rappresentanti di diverse regioni dell’Italia. Abbiamo ascoltato storie diverse. Da chi è cresciuta tra le vigne e nella cantina di famiglia, a chi faceva altro ma ha ereditato una cantina avviata e ha dovuto decidere in fretta che cosa fare. Mamme, mogli, sorelle e figlie, tutte con un punto di contatto comune: l’amore per il vino.

Sono state fatte diverse riflessioni curiose e interessanti. Sono rimasta colpita, per esempio, quando una produttrice ha paragonato il suo lavoro a quello di uno sportivo. Ha detto che è necessario allenarsi tantissimo per migliorare il proprio vino. Certo, si tratta di un tipo di allenamento diverso: poche corse e tanti assaggi!

L’esperienza che più mi ha entusiasmata è stata quella delle due produttrici toscane. Partite in maniera indipendente, hanno cominciato a collaborare per rafforzarsi in ambito commerciale, in Italia e all’estero. È nata un’amicizia e hanno sviluppato un vino insieme. Ognuna contribuisce con la sua esperienza e con il suo gusto.

Altre imprenditrici ci hanno parlato dell’interesse dei mercati esteri per certe loro creazioni che in Italia avevano avuto meno successo. Qualcuna di loro si è paragonata a un correttore di bozze. Il fratello, ci ha detto una, è sempre impegnato in cantina, come uno scrittore è impegnato a scrivere un’opera. Poi arriva lei, inizia ad assaggiare i vini e trova sempre il modo di fare qualche correzione decisiva. Perché certi errori sfuggono anche al romanziere più esperto!

Abbiamo notato in tutte un amore profondo per la terra e per la realtà locale. Terroir diversi pongono sfide diverse ma, come ha detto una produttrice, “fare vino è un’esperienza bellissima” che ripaga degli sforzi e dei tentativi.

Dopo i racconti di vita e di lavoro, è giunto il momento di fare pratica. La degustazione dei vini è stata accompagnata da un’esposizione di dipinti. L’arte vinicola incontra l’arte figurativa. Alcune opere d’arte sono state anche messe all’asta. No, nessun quadro, solo bottiglie di vino in formato Magnum. Bottiglie prestigiose, impreziosite con etichette create per l’occasione dall’artista visuale Cassandra Juliette Wainhouse. Il ricavato dell’asta sarà poi devoluto in beneficenza.

È stato un pomeriggio piacevole e un’occasione unica di conoscere persone originali. Molto divertente il momento in cui ogni signora del vino ha confessato quante scarpe ha. Puoi capire tanto di una donna se ti parla delle sue scarpe! Non vedo l’ora di assistere al prossimo evento.

Avevi già sentito parlare di Vite di Donne? Hanno anche una community su Facebook!

Metti insieme una bel pomeriggio di primavera a Ferrara, un gruppo di produttrici di vino e i loro racconti di vita. Il risultato è Vite di Donne, un evento creato dalla Associazione Culturale PIV, nel quale un gruppo di vignaiole e vinificatrici italiane si sono raccontate attraverso storie di vita, fotografie, opere d’arte e vini.

Ecco i nomi delle partecipanti e dei brand: Giovanna Maccario (Maccario Dringenberg); Eleonora Barale (Fratelli Barale); Bruna Ferro (Carussin); Matilde Poggi (Le Fraghe); Silvia Casali (Tenuta Casali); Marianna Annio (Agricole Pietraventosa); Cecilia Naldoni (Grifalco); Carolina Gatti (Gatti); Susanna Grassi (I Fabbri); Giovanna Tantini (Tantini); Donatella Agostoni (Manaresi); Chiara Barioffi (Le Casalte); Anna Muzzolini (Vini Grillo).

L’evento, in forma di tavola rotonda all’aperto, ci ha permesso di scoprire tanti particolari delle vite di queste produttrici, rappresentanti di diverse regioni dell’Italia. Abbiamo ascoltato storie diverse. Da chi è cresciuta tra le vigne e nella cantina di famiglia, a chi faceva altro ma ha ereditato una cantina avviata e ha dovuto decidere in fretta che cosa fare. Mamme, mogli, sorelle e figlie, tutte con un punto di contatto comune: l’amore per il vino.

Sono state fatte diverse riflessioni curiose e interessanti. Sono rimasta colpita, per esempio, quando una produttrice ha paragonato il suo lavoro a quello di uno sportivo. Ha detto che è necessario allenarsi tantissimo per migliorare il proprio vino. Certo, si tratta di un tipo di allenamento diverso: poche corse e tanti assaggi!

L’esperienza che più mi ha entusiasmata è stata quella delle due produttrici toscane. Partite in maniera indipendente, hanno cominciato a collaborare per rafforzarsi in ambito commerciale, in Italia e all’estero. È nata un’amicizia e hanno sviluppato un vino insieme. Ognuna contribuisce con la sua esperienza e con il suo gusto.

Altre imprenditrici ci hanno parlato dell’interesse dei mercati esteri per certe loro creazioni che in Italia avevano avuto meno successo. Qualcuna di loro si è paragonata a un correttore di bozze. Il fratello, ci ha detto una, è sempre impegnato in cantina, come uno scrittore è impegnato a scrivere un’opera. Poi arriva lei, inizia ad assaggiare i vini e trova sempre il modo di fare qualche correzione decisiva. Perché certi errori sfuggono anche al romanziere più esperto!

Abbiamo notato in tutte un amore profondo per la terra e per la realtà locale. Terroir diversi pongono sfide diverse ma, come ha detto una produttrice, “fare vino è un’esperienza bellissima” che ripaga degli sforzi e dei tentativi.

Dopo i racconti di vita e di lavoro, è giunto il momento di fare pratica. La degustazione dei vini è stata accompagnata da un’esposizione di dipinti. L’arte vinicola incontra l’arte figurativa. Alcune opere d’arte sono state anche messe all’asta. No, nessun quadro, solo bottiglie di vino in formato Magnum. Bottiglie prestigiose, impreziosite con etichette create per l’occasione dall’artista visuale Cassandra Juliette Wainhouse. Il ricavato dell’asta sarà poi devoluto in beneficenza.

È stato un pomeriggio piacevole e un’occasione unica di conoscere persone originali. Molto divertente il momento in cui ogni signora del vino ha confessato quante scarpe ha. Puoi capire tanto di una donna se ti parla delle sue scarpe! Non vedo l’ora di assistere al prossimo evento.

Avevi già sentito parlare di Vite di Donne? Hanno anche una community su Facebook!

Metti insieme una bel pomeriggio di primavera a Ferrara, un gruppo di produttrici di vino e i loro racconti di vita. Il risultato è Vite di Donne, un evento creato dalla Associazione Culturale PIV, nel quale un gruppo di vignaiole e vinificatrici italiane si sono raccontate attraverso storie di vita, fotografie, opere d’arte e vini.

Ecco i nomi delle partecipanti e dei brand: Giovanna Maccario (Maccario Dringenberg); Eleonora Barale (Fratelli Barale); Bruna Ferro (Carussin); Matilde Poggi (Le Fraghe); Silvia Casali (Tenuta Casali); Marianna Annio (Agricole Pietraventosa); Cecilia Naldoni (Grifalco); Carolina Gatti (Gatti); Susanna Grassi (I Fabbri); Giovanna Tantini (Tantini); Donatella Agostoni (Manaresi); Chiara Barioffi (Le Casalte); Anna Muzzolini (Vini Grillo).

L’evento, in forma di tavola rotonda all’aperto, ci ha permesso di scoprire tanti particolari delle vite di queste produttrici, rappresentanti di diverse regioni dell’Italia. Abbiamo ascoltato storie diverse. Da chi è cresciuta tra le vigne e nella cantina di famiglia, a chi faceva altro ma ha ereditato una cantina avviata e ha dovuto decidere in fretta che cosa fare. Mamme, mogli, sorelle e figlie, tutte con un punto di contatto comune: l’amore per il vino.

Sono state fatte diverse riflessioni curiose e interessanti. Sono rimasta colpita, per esempio, quando una produttrice ha paragonato il suo lavoro a quello di uno sportivo. Ha detto che è necessario allenarsi tantissimo per migliorare il proprio vino. Certo, si tratta di un tipo di allenamento diverso: poche corse e tanti assaggi!

L’esperienza che più mi ha entusiasmata è stata quella delle due produttrici toscane. Partite in maniera indipendente, hanno cominciato a collaborare per rafforzarsi in ambito commerciale, in Italia e all’estero. È nata un’amicizia e hanno sviluppato un vino insieme. Ognuna contribuisce con la sua esperienza e con il suo gusto.

Altre imprenditrici ci hanno parlato dell’interesse dei mercati esteri per certe loro creazioni che in Italia avevano avuto meno successo. Qualcuna di loro si è paragonata a un correttore di bozze. Il fratello, ci ha detto una, è sempre impegnato in cantina, come uno scrittore è impegnato a scrivere un’opera. Poi arriva lei, inizia ad assaggiare i vini e trova sempre il modo di fare qualche correzione decisiva. Perché certi errori sfuggono anche al romanziere più esperto!

Abbiamo notato in tutte un amore profondo per la terra e per la realtà locale. Terroir diversi pongono sfide diverse ma, come ha detto una produttrice, “fare vino è un’esperienza bellissima” che ripaga degli sforzi e dei tentativi.

Dopo i racconti di vita e di lavoro, è giunto il momento di fare pratica. La degustazione dei vini è stata accompagnata da un’esposizione di dipinti. L’arte vinicola incontra l’arte figurativa. Alcune opere d’arte sono state anche messe all’asta. No, nessun quadro, solo bottiglie di vino in formato Magnum. Bottiglie prestigiose, impreziosite con etichette create per l’occasione dall’artista visuale Cassandra Juliette Wainhouse. Il ricavato dell’asta sarà poi devoluto in beneficenza.

È stato un pomeriggio piacevole e un’occasione unica di conoscere persone originali. Molto divertente il momento in cui ogni signora del vino ha confessato quante scarpe ha. Puoi capire tanto di una donna se ti parla delle sue scarpe! Non vedo l’ora di assistere al prossimo evento.

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